Pellegrinaggio a Lourdes: 28 settembre - 3 ottobre 2015
E’ il tempo che hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante.
(Il Piccolo Principe- Antoine de Saint Exupéry)
L’esperienza che abbiamo vissuto a Lourdes non si può descrivere bene in un articolo, la si potrebbe
raccontare a voce , ma per comprenderla veramente bisognerebbe viverla!.
Prima di partire non avevo molte aspettative, pensavo fosse una meta come tante altre, poi arrivati a
destinazione qualcosa è cambiato.
Siamo stati accolti calorosamente dai Padri Passionisti, penso che l’aggettivo più corretto per “definirli” sia
squisiti, non solo come persone, ma anche per i fantastici piatti che cucinavano.
Le giornate erano intense, dalle 7.00 alle 23.00 circa; al mattino andavamo in ospedale per aiutare gli
ammalati a lavarsi e vestirsi, poi nell’arco della giornata li accompagnavamo nelle diverse attività: dalla
Messa internazionale al flambeaux (la fiaccolata serale in onore della Madonna); dalla Via Crucis alla
processione eucaristica; ma anche le visite al Santuario di Maria e alla grotta di Massabielle, e perfino alcuni
canti e balli assieme. Questi momenti straordinari che abbiamo vissuto ci hanno permesso di familiarizzare
con i malati e arricchire la nostra spiritualità. Non si trattava di un rapporto unidirezionale, loro avevano
bisogno di noi e noi volontari avevamo bisogno di loro e penso che sia stato proprio questo, insieme alla
“carica spirituale” che ci ha aiutato a non sentire la stanchezza nonostante i ritmi intensi.
Abbiamo condiviso questo pellegrinaggio con alcuni studenti e professori del Campus Biomedico di Roma,
con i quali l’anno scorso abbiamo vissuto l’esperienza del viaggio in Terra Santa.
Ho avuto modo di sperimentare in prima persona come si prega veramente il rosario, questo può
“trasformarsi in uno sguardo a Maria che cresce di intensità più si allunga la preghiera. Esso é come un
ritornello che sgorga dal cuore e, mediante la ripetizione, rappacifica l'anima come una melodia.” (Papa
Giovanni Paolo I).
Non sono mancati momenti di riflessione personale; mettersi davanti alla grotta dell’apparizione è
straordinario così come entrarci. Un paio di volte sono rimasta incantata ad osservare le persone che
entravano nella grotta, tutti camminavano in silenzio, persi nei loro pensieri e deponevano in quella grotta
problemi, sogni, preghiere.
Le quattro parole che, a mio parere, descrivono Lourdes sono generosità, disponibilità, altruismo e
spiritualità.
Questo pellegrinaggio non è solo un esperienza, è un frammento di vita che diventa anche il metro con cui
misurare ogni passo, ogni gesto, vale a dire il modo di essere e vivere da cristiani.
Solo così si può comprendere la gioia del donarsi, di mettersi al più completo servizio delle persone che
hanno maggiormente bisogno.
Rientrati a Milano è comparsa un po’ di malinconia, ma allo stesso tempo la gioia e la contentezza di essere
stati importanti per gli altri e di sentirsi “rigenerati”.
Non ho mai creduto a frasi come “Lourdes ti cambierà la vita” oppure “ quando ritornerai ti sentirai
diversa”e invece mi sbagliavo. Ora la difficoltà sarà vivere ogni singolo giorno a Milano come lo vivevamo a
Lourdes.
Ringraziamo immensamente le famiglie della parrocchia che ci hanno aiutato a vivere questo straordinario
pellegrinaggio e tutti i sacerdoti della parrocchia che ci sono stati vicini con le preghiere: anche noi abbiamo
portato a Maria le intenzioni di preghiera che ci avete affidato!
Cristina e Lorella