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RIPARTIAMO CON PROSPETTIVE CHIARE

 

Si tratta delle linee-guida che ci sono state presentate dall’Arcivescovo in occasione della visita pastorale nella nostra parrocchia, avvenuta il 4 giugno scorso. Facciamo qui riferimento all’omelia pronunziata durante la S. Messa delle 10 di quel giorno.

 Come cornice di fondo l’Arcivescovo ha scelto la dichiarazione che Dio fa a Mosé –secondo la narrazione del libro dell’Esodo- riguardo alla situazione del popolo eletto durante la schiavitù in Egitto: Ho osservato la miseria del mio popolo e ho udito il suo grido; conosco le sue sofferenze.

 Attualizzando tale Parola, ci commentava “L’attenzione di Dio per i suoi figli non si ferma alla superficie, alle apparenze: l’innovazione e la ricchezza, i prodigi della tecnologia e le soluzioni ardite dell’architettura non nascondono le sofferenze e i drammi della gente. Dio vede la solitudine di troppa gente, il dramma della precarietà dei rapporti che frantuma le famiglie e lascia una generazione giovanile smarrita, spaventata dalla vita, incline a non credere più a niente e a non fidarsi di nessuno.

Dio vede la povertà di troppa gente nella città troppo ricca, la gente senza casa nella città delle case troppo belle e costose, la gente senza lavoro nella città che continua a cercare lavoratori che non trova”.

Ma –proseguiva- Dio non solo vede, non solo ascolta. “Egli vuole anche salvare. E chiama Mosè per liberare il popolo di Israele dalla schiavitù d’Egitto. E manda il suo Figlio Gesù per liberare tutti i figli di Dio dalla schiavitù del peccato e della morte. E Gesù continua la sua missione nella Chiesa”.

Ecco allora i tre compiti che l’Arcivescovo ci affida per questo periodo, nella nostra qualità di strumenti di tale Volontà salvifica di Dio, che continua anche oggi.

 

A) “La comunità cristiana è innanzitutto testimone della verità di Dio. Annuncia che Dio si è rivelato Padre con la missione del Figlio e la rivelazione dello Spirito Santo. E la verità di Dio è che Dio è misericordia, e solo Dio può liberare dalla disperazione, dalla morte, dalla solitudine. Contro il pregiudizio di un Dio lontano, estraneo alla vita quotidiana, contro la tranquilla disperazione dell’agnostico, che non si pone il problema del senso ultimo della vita e della sua vocazione, la Chiesa è inviata nel mondo a dire della rivelazione di Gesù: Dio si prende cura dei suoi figli e vuole salvarli”.

 

B) La principale rivelazione da parte di Dio, alla quale siamo chiamati a fare eco, è che “il principio della liberazione dalla paura è la scoperta della vocazione di tutti gli uomini e le donne ad essere figli di Dio. Di fronte alle persone che disprezzano se stesse, che si sottovalutano, che non credono di poter affrontare la vita, la Chiesa non si accontenta di un pane per sfamare per un giorno, non si accontenta di una parola di consolazione che fa dimenticare per un’ora la propria miseria. Offre le buone ragioni per avere stima di sé, per vivere la propria vita come una vocazione e per assumere la responsabilità per sé e per gli altri”.

 

C) Essere strumenti e collaboratori di tale azione di Dio nel mondo è “una missione da svolgere, una missione sproporzionata alle risorse disponibili, che può portare a spaventarsi di fronte alla potenza del mondo ostile. L’impressione è che la comunità cristiana sia presenza imbarazzata nel contesto del nostro tempo, che sia complessata da un contesto che la dichiara insignificante continua ad affliggere molti. Troppi cristiani si rassegnano ad essere praticanti fedeli e un po’ malinconici”. Ed ecco la via d’uscita da tale situazione: “E’ l’incontro con Gesù che ci accende di un ardore che sostiene la missione non con strategie che calcolano le vie del successo, ma con la docilità di chi si lascia condurre dalla parola che ha ascoltato e rallegrare dalla comunione in cui è stato introdotto, sostenuto dalla forza che ha ricevuto da Dio”.

 

“In sintesi, cosa abbiamo da dire ai nostri amici, colleghi, parenti, conoscenti?

  • La verità di Dio: è misericordia e provvidenza

  • La verità dell’uomo: vive della dignità di essere figlio di Dio

  • La missione della Chiesa: liberare i figli di Dio dall’insopportabile schiavitù della disperazione”.

 

Mentre ancora ringraziamo l’Arcivescovo Mario di questa grande “apertura di orizzonti” che ci ha donato, rinnoviamo l’impegno per cercare e trovare strade di concretezza e di iniziativa, personali e parrocchiali, per procedere in questa linea.

 

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