VERSO L'ANNO GIUBILARE 2025
L’inizio di questo nuovo anno pastorale è già proiettato verso il grande evento che ci attende per il 2025: l’Anno Santo, o Giubilare, che la Chiesa vivrà, come ordinariamente ogni 25 anni.
“L’Anno Santo 2025 -scrive il Papa nella bolla di indizione- si pone in continuità con i precedenti eventi di grazia. Nell’ultimo Giubileo Ordinario si è varcata la soglia dei duemila anni della nascita di Gesù Cristo. In seguito, il 13 marzo 2015, ho indetto un Giubileo Straordinario con lo scopo di manifestare e permettere di incontrare il ‘Volto della misericordia’ di Dio, annuncio centrale del Vangelo per ogni persona in ogni epoca.
Ora è giunto il tempo di un nuovo Giubileo, nel quale spalancare ancora la Porta Santa per offrire l’esperienza viva dell’amore di Dio, che suscita nel cuore la speranza certa della salvezza in Cristo.
Nello stesso tempo, questo Anno Santo orienterà il cammino verso un’altra ricorrenza fondamentale per tutti i cristiani: nel 2033, infatti, si celebreranno i duemila anni della Redenzione compiuta attraverso la passione, morte e risurrezione del Signore Gesù.
Siamo così dinanzi a un percorso segnato da grandi tappe, nelle quali la grazia di Dio precede e accompagna il popolo che cammina zelante nella fede, operoso nella carità e perseverante nella speranza”.
Ancora una volta, avremo un’occasione preziosa per imparare a valorizzare i grandi doni della grazia di Dio, che sono come il “motore” della nostra esistenza di cristiani.
Ma che cosa è la grazia di Dio? Come “funziona”?
Il Papa ci spiega con precisione un aspetto specifico e tipico degli Anni Santi, e cioè quello delle indulgenze: “Il Sacramento della Penitenza” ci assicura che Dio cancella i nostri peccati. [...] La Riconciliazione sacramentale non è solo una bella opportunità spirituale, ma rappresenta un passo decisivo, essenziale e irrinunciabile per il cammino di fede di ciascuno. Lì permettiamo al Signore di distruggere i nostri peccati, di risanarci il cuore, di rialzarci e di abbracciarci, di farci conoscere il suo volto tenero e compassionevole. [...] Tuttavia, come sappiamo per esperienza personale, il peccato ‘lascia il segno’, porta con sé
delle conseguenze: non solo esteriori, in quanto conseguenze del male commesso, ma anche
interiori, in quanto ‘ogni peccato, anche veniale, provoca un attaccamento malsano alle
creature, che ha bisogno di purificazione, sia quaggiù, sia dopo la morte, nello stato
chiamato purgatorio’(Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1472). Dunque permangono,
nella nostra umanità debole e attratta dal male, dei ‘residui del peccato’. Essi vengono
rimossi dall’indulgenza, sempre per la grazia di Cristo, il quale, come scrisse San Paolo VI,
è ‘la nostra “indulgenza’”.
Altri aspetti della realtà della grazia verranno approfonditi durante gli incontri di Catechesi
per gli adulti lungo l’anno, anche con l’aiuto della Proposta Pastorale per l’anno 2024-2025
del nostro Arcivescovo, intitolata ‘BASTA. L’AMORE che salva e il MALE insopportabile’.